martedì 4 gennaio 2011

VANISHING POINT

La bruma di questo giorno estraneo,
respiro dell’alba di stamani
è scesa sulle case, per la strada
e tutt’intorno, addosso ai passanti,
sfuocando i contorni chiari,
mordendomi di freddo le mani.

E tutto questo fare proprio m’uccide
che l’essenza è nello svanire;
l’infinitesima parte di quegli occhi
indifferenti che mi fissano
dagli usci dei porticati mi fa sentire
il nostro agire come assenza.

Sei sparita da qui e non c’è ora
in cui i tuoi seni non appannino
le mie parole, e non c’è attimo
in cui non mi sconforti, ché t’ho persa.

Il turgore nelle labbra delle cagne
che mi si accostano  addosso perché
possa sentire l’odore delle loro voglie
mi toglie il fiato, mi percorrono come
assilli il collo, ma voglio tagli.

Lame di coltelli che mi penetrino
a fondo la carne, non svaghi il cui esito
sia insignificante al mutare delle cose.




Photo via DanLoc78 (pentaxforums.com)




E non c’è ora in cui non senta il
calore dei tuoi baci, e non c’è tempo
in cui non senta che mi brucio
ad allontanarmi
fuggendo – stando – fermo,
vedendo – senza – guardare.

Scoprendo le tue spalle dal
vestito più dolce; te lo tolgo
di dosso soffiando nel tuo grembo
il battito del respiro vitale.

Ti spoglio ogni momento,
sfilo la tua veste fino ai piedi e
poi sei nuda. E poi sono nudo pure.
Ci uniamo esplodendo, bellezza ricomposta
splendendo, scontornandoci sfumando
dentro il buio.










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