venerdì 22 luglio 2011

COME IL CURRICULUM CHE NON SCRIVERAI MAI (PARTE 3)




Ian Davenport - "Poured Lines: Mixed Greys & Black"





(Fred, 7.20, casa di Aurora)

Sveglio.
Hey dico è l’ora di alzarsi, ora di sentire Nic, di scrollarsi di dosso questo senso di malessere da letargo. Ho fatto la cosa sbagliata. Di nuovo?
Il suo braccio attorno al collo, stesa in posizione fetale abbracciata a me a cucchiaio, diochemerda.. Russa leggermente respirando con il naso mezzo chiuso. Schifo.
Il salotto è ancora un bel casino, la tavola è ancora apparecchiata di bottiglie sgonfie e riso pilaf raggrumato in piccoli mucchietti (sembrano uova lattescenti di rana rapprese). La scatola di cioccolatini quasi vuota. Bocce di vino semivuote.  Persiane giù.
Dico, cazzo, siamo finiti per scopare?
Quando se ne sono andati via tutti a ruota dopo che Nic era uscito di lì in fretta e furia - erano le tre meno venti - abbiamo bevuto ancora un po’ della  birra portata da Jos: birroni da 66 belli tosti , rimasti avanzati, e lei mi fa resta qui a dormire e io dico OK - era tardi e non avevo modo di tornare verso casa, scelta di comodo - siamo amici dico fra me non succederà niente - lei chiaramente infoiata, tenuta a fame di cazzo com’era - siamo amici, sarebbe la cosa più sbagliata che potrebbe succedere quindi non succederà, lei non mi piace affatto dico, Aurora, tse.. Ma.
Lei fa la lolita, ballando sulla musica che viene da youtube sul suo portatile, continua a mettere pezzi dei Beach Fossils e dei Nouvelle Vague e beve ancora, è già ubriaca da non capire più niente e io le vado dietro. Balla in modo goffo di fronte a me, io seduto sul divano con la bottiglia in mano, un po’ irrigidito, lei si fa avanti.
La notte ti rende debole. Ma a lei la notte mica l’aveva fatta bella.
E lei è venuta su di me e ha cominciato a baciarmi con troppa lingua e troppa saliva, veramente disgustoso, tutto sommato però ho pensato che la forma dei suoi seni grandi non fosse affatto male dentro quel vestito e lei mi fa mmm mugugnando in modo forzato e viscido, ma orco giuda la notte mi fa debole e abbiamo scopato.
Sono durato un eternità un po’ perché tutto quell’alcool m’aveva ammazzato la sensibilità un po’ perché la nave continuava ad affondare – succede sempre così quando non mi piace una ragazza – più che un orgasmo è stato un parto. E lei muggiva e faceva gridolini acuti che mi facevano ammosciare tutto. Orribile.
Poi abbiamo aperto il divano letto e ci siamo messi a dormire io con la sensazione di avere fatto proprio la cosa sbagliata - talmente sbagliata che è dovuta succedere -  lei forse triste più di me.
E stamattina me la ritrovo avvinghiata addosso come un koala.
Meglio far finta che non sia successo niente.

Mi alzo dalla branda smarcandomi dal suo braccio bello in carne che odora di crema detergente per il corpo e vado in bagno. Mi lavo la faccia. Do un occhio al telefono , non mi ha cercato nessuno, che sollievo.
Lei dorme ronfando mollemente ancora mezza sbronza. Raccolgo le mie cose. Chiudo piano il portone di casa. Fuori. Finalmente.
Scendo le scale del condominio dal 5° piano a passo spedito verso il primo bar – caffè lungo in tazza grande arrivo – alla tromba del 2° piano una porta si chiude alle mie spalle.
Passi di donna dietro di me e quella voce.
- Fred? Sei Tu? Cosa ci fai qui?


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